lunedì 14 marzo 2011

MUTO - UNA PAROLA UNA POESIA # 8

MUTO

Scoprendomi animale inerme
con l’adrenalina che soffoca i reni,
non ho chiesto per chi suonasse la campana:
un sussulto mi è bastato a capire che suonava anche per me.

Mia sorella delle montagne
mi aveva promesso di saper volare,
e gli sciacalli stuprano una disabile inerme.

Fosse stata inerme quando tutti la pregavano di fermarsi
e più con lei non posso parlare:
parole protese.

martedì 8 marzo 2011

Sempre sia lodato

Se ne è parlato e sparlato, e quindi lo voglio fare anch’io. Il cosiddetto Lodo Alfano è solo l’ultima di una lunga serie di incredibili invenzioni per l’autodeterminazione del potere. E, aggiungo, meno male che Silvietto c’è (o c’è stato).
Non scherzo: Silvietto è l’ultimo passo, l’ultima prova. Non credo possa esistere altro, oltre. Se dopo Mussolini (eh, ma c’era la dittatura, rischiavi la fucilazione), Andreotti (eh, si stava meglio quando si stava peggio) e Craxi (eh, almeno il lavoro era sicuro) le scuse che si accampavano avevano sempre, nell’immaginario collettivo, un motivo fondante per “reggere”, dopo Silvietto le chiacchiere stanno a zero. Silvietto è la prova finale di cosa è realmente il potere. Non ci sono più scuse, e di questo lo ringrazio di cuore: è la prova tangibile della dilagante devastazione del tutto.

Rinfreschiamo la memoria:

1925/26 – Benzino Napaloni
Le leggi fascistissime accorpano il potere giuridico a quello esecutivo. In questa sede, me ne frego degli aspetti assolutistici inerenti alla modifica della legge elettorale, alla proibizione del diritto di sciopero per tutti i sindacati non-fascisti, all’omicidio Matteotti (vera anticamera delle leggi fascistissime) e all’albo dei giornalisti ideato e creato ad arte per il controllo delle voci. Tutto ciò esula dal punto. Il punto è che il potere ha dovuto scriverlo: io, esecutivo (cioè potere di applicare le leggi), mi prendo il giudiziario (cioè potere di giudicare chi quelle leggi le rispetta o no). Nel 1945 finisce la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1948 l’Italia viene chiamata a votare per scegliere tra essere una Monarchia o una Repubblica. Quest’ultima viene votata con un margine strettissimo di maggioranza: 8 punti percentuali. La Costituzione, basata su valori pienamente antifascisti, stabilisce che la Repubblica sia un ordinamento opposto a ciò che l’Italia ha conosciuto durante gli anni precedenti.

1978 – Andrea Giuliotti
Non mi dilungo, solo un paio di dati: Andreotti è il potere (che, come lui stesso ebbe a dire, logora solo chi non ce l’ha); impossibile quindi non parlarne. Basti pensare che attraversa l’intiera nostra storia repubblicana con incarichi importanti ancora fino al 21 febbraio 2007 (la sua astensione come Senatore a vita provocò la crisi del II Governo Prodi e le conseguenti dimissioni del Presidente del Consiglio) o fino al 20 aprile 2008, giorno in cui fu presidente provvisorio del Senato.
Andreotti è lo stesso uomo che nel 1978 firmò la legge 194 (legge sull’aborto) pur di «non compromettere una situazione politica già delicatissima». Questa scelta dimostra l’irrazionalità della democrazia (argomento che tratterò in altra sede): chi votava DC, cioè sceglieva coloro i quali avrebbero poi rappresentato i propri valori, interessi e quant’altro in Parlamento, avrebbe voluto la legge sull’aborto?
Inoltre, durante il rapimento Moro, il Divo sposa la linea della fermezza rifiutando di trattare con i rapitori, per salvaguardare la «ragion di Stato». Per salvaguardare la ragion di Stato…

1985 – Bottino Crassi
Oltre ad essere il cofirmatario con il Segretario di Stato Vaticano cardinal Agostino Casaroli del Nuovo Concordato (o Accordi di Villa Madama - 1984) con cui si istituiva l’8 per mille (!), l’immunità delle figure ecclesiastiche (!!), la parificazione delle scuole private cattoliche a quelle pubbliche (!!!) e l’impossibilità da parte della forza pubblica di requisire, occupare, espropriare, demolire o violare gli Edifici di Culto, anche su suolo italico (!!!!), Bettino Craxi è il papi di Papi.
Torino, Roma e PESCARA ingiungono al Gruppo Fininvest di sospendere le trasmissioni nei loro territori in quanto in violazione dell’articolo 195 del Codice Postale. Bottino ci si mette d’impegno, pone la fiducia (!!!!!) e converte in legge il decreto Berlusconi precedentemente (28 novembre 1984) bocciato. La strada è diventata un’autostrada, per Silvietto.

1994 – Silvietto I, Imperatore di Birbonia
Silvietto è un piduista. Cioè un massone. Purtroppo la lista con i nomi degli appartenenti alla Loggia eversiva Propaganda 2 è stata trovata (17 marzo 1981). L’Articolo 18 della Costituzione della Repubblica Italiana proibisce «le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare». Questo significa, in soldoni, che quello che è successo per la quarta volta venerdì 9 maggio 2008 alle 17.00 precise, cioè Silvietto che, di fronte al Presidente della Repubblica, recita tutto d’un fiato «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione» è irreale. Non può essere successo. Intanto lui è lì.

E intanto…

Qui dovrebbe seguire una lista delle leggi proposte, discusse ed approvate dal nostro Parlamento negli ultimi 17 anni, per coerenza con lo scopo del post, cioè rimarcare l’autodeterminazione del potere, qualunque potere sia (Mussolini dittatore, Andreotti democristiano, Craxi socialista e Berlusconi birbone); ma non sono Travaglio e non ne ho nessuna voglia. Mi basta parlare di una legge, e non di Berlusconi, ma di quella fogna che si autodefinisce centrosinistra; la dimostrazione matematica di come il potere si autodetermini è in quell’unica legge che il centrosinistra aveva il dovere morale di varare e non ha varato: il conflitto d’interessi. Una sola riga.

Art. 1: chiunque sia beneficiario di concessioni pubbliche non può ricoprire ruoli istituzionali.

Quanto, tre minuti di lavoro? Facciamo quattro, per le fotocopie? NO, NEANCHE! Perché:

DPR 361 del 30 marzo 1957, Articolo 1, comma 1
«Non sono eleggibili [...] coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l'obbligo di adempimenti specifici, l'osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta»

I comunisti, sicuramente. Anche perché Silvietto aveva già 21 anni, quindi si sono premuniti.
Insomma la legge c’è già, e cosa succede quando chi deve far rispettare le leggi non le rispetta?
La risposta è KaOs.

Chiudo con una citazioncina strabusata, ma ci sta:
«Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti [...]. Perché non si possa abusare del potere occorre che [...] il potere arresti il potere» Montesquieu (1689-1755)

Parafrasando O’Toole nella sua chiosa alla legge di Murphy, dirò che Montesquieu era uno stupido ottimista.

Alla prossima.



http://zazzaradipasquale.blogspot.com

Piccola curiosità: chi ha scelto Fratelli d’Italia come inno nazionale? Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti, il 12 ottobre del 1946.
Grossa curiosità: la prima Legge Andreotti è del 1949. In qualità di sottosegretario allo spettacolo, il nostro decretò quanto dovesse durare un film per essere considerato corto, medio o lungometraggio, ma non solo: la Legge Andreotti fissava le regole per i prestiti alle case di produzione. I film privi di punto di vista politico erano premiati da prestiti maggiori. Non ultimo, a un film poteva essere negata la licenza di esportazione se “diffamava l’Italia”. Per la cronaca: eravamo in pieno neorealismo.

lunedì 7 marzo 2011

RACCOLTA - UNA PAROLA UNA POESIA # 8

RACCOLTA

Una serie
da terra
ben voluta.

Neil Young aveva già capito tutto.