martedì 28 dicembre 2010

La scommessa persa – Senza titulo #11

MILANOLa scommessa persa. Ce l’avevano detto. E comunque anche chi scrive resta stupido e stupito; con quegli altri in curva (e non me ne vogliano!), viviamo l’incanto dei ragazzini di fronte ad un trucco magico, sempre nuovo. Jerry danza, si lascia trascinare dall’istinto, non c’è prova che lo spaventi. Fino a pochi mesi fa si trattava solo di una scommessa, rilanciata ad ogni piccolo spazio che il mister decideva di lasciargli. Timide, come scommesse, perse praticamente sempre in partenza. Cos’è successo nell’arco di un’estate? Jerry turbina, mosso dal vento, sulla fascia o al centro non importa; e il vento è imprevedibile, non c’è modo di fermarlo: se decide di soffiare, lo fa.
Non siamo certo qui a celebrare un campione. Lasciamo ad altri le valutazioni, i voti scambiati sottobanco, i premi (non è sulla lista per il Pallone d’Oro. E allora?). Jerry va visto, non premiato. Di Jerry bisogna goderne, ogni domenica, direttamente sul campo. E non c’inganni il fisico gracile, l’equilibrio apparentemente precario, perché egli rappresenta la felicità: labile, fugace, imprendibile. La felicità di migliaia di giovani imbambolati: cosa sta facendo? Dove andrà? Può davvero la (omissis) puntare in alto (Campionato? Champions?)? La verità è che non importa.
Di Jerry non ne appaiono molti, forse un paio per ogni generazione di calciatori. Continuiamo a seguire il vento, come i ragazzini che giocano per strada, senza chiederci dove va, né perché.

domenica 26 dicembre 2010

Il pop progressive

QUANDO IL PROGRESSIVE NON È ROCK

Con progressive si intende un sottogenere del rock che comprende la produzione musicale di gruppi come King Crimson, Gentle Giant, Genesis, Yes, PFM e Magma, fino a quelli più recenti come Andromeda e Dream Theater.
Per altri gruppi come gli Strawbs il Dizionario del Pop-rock a cura di Gentile e Tonti si esprime così sull’album Strawbs: «suoni ancora virati sul versante acustico, ma già elaborati con un’attitudine epica e lievemente “progressive”»; mentre sull’album Just a collection of antiques and curios: «spostano il sound del gruppo verso ambiti prog-rock e rock-baroque». Prima che si crei un genere per ogni gruppo musicale (per ogni album, per ogni canzone, per ogni strofa), direi che gli Strawbs si inseriscono in una fase sperimentale del rock che se estesa anche alla struttura della canzone singola può portare al progressive, ma è ancora al di qua di quello che sono gli Yes . Così non si può totalmente ascrivere al genere un gruppo come i Moody Blues, che sicuramente progettano concept sinfonici, ma l’essenza della canzone è decisamente di un rock più orecchiabile. C’era chi vedeva in Days of future passed (1967) di questi ultimi il primo passo del progressive; ma ciò che si sente ascoltando l’album è solo la commistione di rock e musica classica, inseriti quasi in un concept, o comunque in un efficace tentativo di riunire le canzoni sotto un filo conduttore, prodotto diverso dal concept, anche se su quella strada. È già onorevole così l’esperienza sperimentale del gruppo, senza dovergli attribuire intenzioni di un genere che probabilmente non gli è mai appartenuto. Stesso discorso si può fare per i Procol Harum. Mentre quando questo metodo di composizione supera il limite ed entra nel progressive, si ha un gruppo come i Curved Air, che non si limitano per esempio a rifare Vivaldi, o a ispirarsi a lui per qualche pezzo (come i Procol Harum avevano fatto con Bach per la famosa A whiter shade of pale), ma elevano a rock la musica classica, e prendono a prestito frasi musicali per inserirle in progetti di album prog, che sono tali nelle micro e nelle macrostrutture, come nel primo album del 1970 Air conditioning. A tal proposito il dizionario di Gentile e Tonti usa anche l’espressione «pop progressivo» , non del tutto sbagliata stavolta, e applicabile anche ad altri gruppi, tra cui spiccano per valore i Barclay James Harvest (capolavori sono album come Once again del ’71 e Octoberon del ’76). Pop, e non rock progressivo, non tanto per le atmosfere più distese e meno veloci, ma perché rispetto a quel che c’è in una canzone come Roundabaout degli Yes, i pezzi mancano degli incastri di strumenti che non permettevano l’esecuzione del pezzo da parte di un unico strumento armonico; quel che c’è è lo studio della struttura, e quindi la fuoriuscita da una classica sequenza di strofe e ritornelli; e anche laddove ciò avviene, i rimandi interni delle parti musicali non permettono una netta divisione. Altri gruppi si inseriscono in questa variante che troverà seguito fino ad oggi: i Renaissance sono dei maestri in questo sottogenere del sottogenere; ma in generale tutti i gruppi della corrente rock progressiva hanno sporadiche intrusioni di pop progressive ogni qualvolta si perde il senso della microstruttura artificiosa, senza abbandonare quello della macrostruttura.

domenica 19 dicembre 2010

Fantàsia – Senza titulo #10


Abbiamo forse trovato l’erede di (omissis), (omissis) o (omissis)? Ha veramente senso chiedersi una cosa simile? Non è forse la cosa più meravigliosa che passeggi sui nostri campi di calcio, questo virgulto siciliano con gli occhi dietro la testa? Sì, dietro la testa: come potrebbe, altrimenti, vedere chi gli è alle spalle? Come può effettuare lanci perfetti di quaranta metri senza avere, dentro di sé, qualcosa di magico, quasi DNA alieno? Da dove arriva questa sua visione così nuova e limpida, questa tecnica sopraffina, e quella voglia d’inventare ogni domenica nuovi colpi proibiti ai più? Avevamo mai visto niente del genere? È il classico numero 10 o siamo al cospetto del progresso vero e proprio, del nuovo, del Calcio versione 3.0? Chi non vorrebbe cotanto genio nella sua rosa? Quale presidente non spenderebbe fino all’ultimo centesimo pur di riavvicinare il pubblico alla squadra e la squadra alle vittorie? Quanta alchimia si cela dietro ogni tocco, ogni carezza che accompagna il pallone nelle pennellate perfette? Quanti abbonamenti televisivi vale, quest’uomo? Non era stato detto che è troppo vecchio? E torniamo alla questione principale: hanno veramente senso tutte queste domande, quando la risposta è così lampante? Chi avrebbe previsto che un trentaquattrenne potesse avere ancora la forza e il coraggio di mettersi in gioco, di rafforzarsi per resistere agli infortuni, di disegnare parabole sempre imprevedibili, di scaricare colli pieni da distanze siderali? No, queste domande non hanno senso se non si comprende a pieno la regola che è dietro questo tipo di giocatore: siete disposti a farlo?
La regola è Fantàsia.

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lunedì 13 dicembre 2010

È festa – Senza titulo #9

ROMAÈ festa. Sarà anche un ragazzaccio, questo Marco (omissis), con tutte le sue veline e feste in discoteca. Potrà sembrare borioso e vanaglorioso, al volante della sua 599, sfrecciando sul Raccordo in barba al codice della strada e della morale. Ai più, apparirà come un bambino viziato. Eppure Marco ha un cuore d’oro. Domenica sera ha tenuto su la squadra, è tornato a coprire, ha fatto reparto da solo (a proposito: il pallone era rimbalzato dentro. Quando ci decideremo con la tecnologia sarà sempre troppo tardi), ha collezionato due pali e ben tre fuorigioco dubbi, fino all’exploit finale. A noi piace, Marco. Lo abbiamo sentito al telefono, ed è stato solare e disponibile. Proprio come in campo: non ha dribblato nessuna domanda, neanche le più scomode, e quando gli abbiamo fatto i complimenti per la doppietta, lo abbiamo sentito abbassare gli occhi imbarazzato, schiarirsi la voce e rispondere con la frase di rito «l’importante è la squadra». E invece no, Marco, la tua giornata d’oro ti porta a doppia cifra nella classifica marcatori, e forse anche il ct (omissis) ora si accorgerà di te. Ma veniamo alla cronaca.
Dopo una bella azione sulla fascia, l’ala crossava al centro, il passaggio veniva respinto dalla difesa avversaria, il mediano calciava da fuori ma la conclusione era sbilenca. Ci pensava Marco a correggere di testa per il goal dell’1-0. Neanche il tempo di festeggiare che su un lungo rilancio della difesa, la punta controllava di nuovo un difficile pallone col petto, evitava l’intervento disperato del portiere e metteva dentro il più facile dei goal. 2-0. In circa 100’’ di follia, dopo una partita brutta e noiosa, questo Sant’Antonio di giovanotto viziato, pieno di soldi e di sé, risolveva il campionato regalando l’Europa alla sua città.
Ora il fanciullo ha messo il turbo, come la sua Ferrari, e sarà veramente difficile stargli dietro.

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giovedì 9 dicembre 2010

Tecniche di governo tecnico


Montecitorio. Tafferugli. Caciara.
Si vota la fiducia.
«Fascisti! FASCISTI!! Voi, sì, voi! Dov’eravate quando con il compagno Pisu combattevam sul Piave delle nostre coscienze? Nelle piazze, in fabbrica, in mezzo alla gente vera, quella che VOI avete dimenticato!»
pam pam pam «Onorevoli colleghi…»
«Fascisti!»
pam pam pam «Onorevoli colleghi, vi richiamo all’ordine»
«Pss, Pisu. Cazzo fai, dormi?»
«Yaaaawn», sbadigliò Pisu. «Mmh?»
«Dai che dobbiamo votare», e, rivolgendosi alla Camera:«Schifo! Fate schifo! Vergogna!»
«Ma scusa, state ancora discutendo, fammi dormire, no?»
pam pam pam «Onorevole Pisu, se potesse partecipare anche lei alla riunione, al posto di sonnecchiare sui banchi della Camera… anche per dare» pam pam pam «Onorevoli colleghi, vi prego!» pam pam pam «anche per dare una parvenza di professionalità»
«Vergogna! Fascisti!». Poi, a voce più bassa:«Visto? Che figura… e ricordati di votare bene»
Pisu si scosse dalla testa ai piedi e sbarrò gli occhi, come per riattivare remoti circuiti critici sopiti anch’essi dall’estenuante mestiere della Politica.
«Mandiamo a casa l’Imperatore, quindi»
«COSA?»
«Dico, lo mandiamo a CASA!»
«Sei scemo?»
«?»
«Pisu, devi votare la fiducia! Devi votare [SI]!»
«Ma se gli stai dando dei fasci da un’ora…?»
pam pam pam «Onorevoli!»
«Che c’entra, quello è per lo show». Questa volta fu un sussurro, un groviglio di parole nascoste nel turbinio della passione di destra, di sinistra, di centro. «È ancora presto…»
«Vergogna! Avete rovinato l’Italia»
«Presto per cosa?»
«Non sono ancora passati due anni, sei mesi e un giorno… Ora grida con me, e ricorda di votargli la fiducia»
«Fascisti!»
pam pam pam
«Vergogna!!»

Un piccolo consiglio: scrivete due anni, sei mesi e un giorno su Google…
Alla prossima.

lunedì 6 dicembre 2010

Il cilento – Senza titulo #8


«Niente oggi, eh?»
«Bah»
«Che ne dici della punta?»
«Ma non lo vedi? Si muove come (omissis), è un pezzo di legno!»
«’Sti ragazzi di oggi…»
«Aspetta aspetta…»
«Aspetta cosa?»
«Guarda il mediano»
«Mmh…»
«Il mediano ha piedi buoni»
«Vero»
«Forse un po’ lento»
«Sì, ma ha occhio, ha posizione»
«Belle sterzate, corpo eretto»
«Vedi un po’ da dove viene»
«Sembra cileno»
«Mmh»
«Un altro extracomunitario»
«Ce lo possiamo permettere?»
«Non credo»
«Ma il presidente non lo voleva vendere (omissis)
«Così ho sentito anch’io»
«Se lo vende ci siamo»
«Quello ha proprio piedi buoni»
«Con chi è?»
«Lo presenta suo padre, il dottor (omissis). Gioca in promozione, con la (omissis)»
«Mmh. Allora è campano, altro che cileno. Non ci sono problemi»
«Lo blocchiamo!»
«Un cileno… eh-eh!»
«Lento»
«Un campano dai piedi buoni»
«Buonissimi!»
«Vai dal padre, questo ce lo fregano»
«Ce lo fregano?»
«La (omissis) cerca un mediano da due anni»
«Mmh»
«Lo blocchiamo prima che vadano di là»
«Pochi complimenti, giusto?»
«Pochi complimenti. Digli che potrebbe piacerci e fagli firmare una bozza di cartellino»
«Rosa?»
«Giallo»
[..]
«Dottor (omissis), quel cilento di suo figlio ha piedi buoni»
«Come, scusi?»
«Oops, mi perdoni…»

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