martedì 30 novembre 2010

I FILM PIÙ BELLI DI MARIO MONICELLI

Non sono solito fare coccodrilli, né al forno né fritti, ma amavo molto l'opera di Mario Monicelli, e anche l'uomo, avendolo tra l'altro anche conosciuto personalmente. Non a caso nel libro "Lavoro e altre piccole tragedie" c'è una poesia che prende il nome da un suo film "Il medico e lo stregone". L'unica cosa che posso fare è un elenco (visto che va di moda, ed è una moda che mi piace, come raramente accade) di quelli che a mio parere sono i film più belli, logicamente tra quelli che ho visto, cioè quasi tutti:
- I soliti ignoti
- La grande guerra
- I compagni
- Il medico e lo stregone
- Parenti serpenti
- Signore e signori, buonanotte
- Guardie e ladri
- Il marchese del grillo
- Totò e Carolina
- Risate di gioia
- Amici miei
- Totò e i re di Roma
- La ragazza con la pistola
- Un borghese piccolo piccolo
- Speriamo che sia femmina
- Vogliamo i colonnelli
- L'armata Brancaleone
- Capriccio all'italiana
- Amici miei - atto II
- I nuovi mostri
- Totò cerca casa
- Brancaleone alle crociate
- I picari
- Panni sporchi
- Il male oscuro
- Totò e le donne
- Boccaccio '70
- Le rose del deserto
- Un eroe dei nostri tempi
- Casanova '70
- Romanzo popolare
- Caro Michele
- Cari fottutissimi amici
- Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno

lunedì 29 novembre 2010

Ala destra del padre – Senza titulo #7

dammi la palla dai sono pronto no non preoccuparti quello lo supero guarda tunnel e vado via e salto anche quell’altro finta a destra finta a sinistra corro corro corro la palla al piede sì Mirko ti ho visto ma vado sul fondo, rientro sul sinistro finto il cross supero anche il terzino la sposto sul destro e fiiiiiiii rigore!
diosanto che male questo mi ha spezzato il ginocchio rotolo rotolo rotolo dicono che serve a far sparire il dolore e allora rotolo rotolo rotula rotula rotula non è vero un cazzo mi fa male il ginocchio mi fa male male male mi fa se mi alzo t’ammazzo diosanto non lo muovo NON LO MUOVO correte con quello spray di merda levatevi mi levate il fiato aiuto mi fa male ma se mi alzo!
non mi alzo barella non mi alzo medici non mi alzo applausi che cazzo applaudite mi ha spezzato il ginocchio se mio padre mi vedesse mio padre mi vede perché è dirigente dell’altra squadra cazzo pa’ proprio tu e vieni perdio mi fa male il ginocchio dovresti saperne qualcosa hai giocato tanti anni fa mi fa male ginocchio ginocchio ginocchio ambulanza elicottero.
ospedale papà è qui chiama mamma dille che sto bene lo so che non è vero ma tu fallo adesso mi operano hanno messo l’anestesia sto meglio sto peggio non so dire come sto sto rimbambito non vedo più niente però il ginocchio fa meno male, meno male.
ginocchio occhio per occhio occhio quando torno ti spacco il femore quant’è vero iddio diglielo a quello stronzo l’operazione è andata bene ma io torno, diglielo a quello stronzo non sono mica (omissis) che si è giocato la carriera diglielo a quello stronzo e adesso è grasso come un porco io torno non vado mica in spagna io torno e quello lo stendo te lo giuro io torno com’è finita la partita?
l’hanno pure parato, il rigore.


venerdì 26 novembre 2010

"Nudi di canzone", il prossimo libro con un contributo di Marco Di Pasquale

Sta per uscire "Nudi di canzone. Navigando tra i generi della canzone italiana attraverso il valore musical-letterario.", un libro a cura di Paolo Talanca con un contributo di Marco Di Pasquale. I vari critici del libro affrontano i generi tipici della canzone italiana dal jazz al pop, dalla canzone d'autore al rock (quest'ultimo trattato da Di Pasquale).

martedì 23 novembre 2010

TheRock – Senza titulo #6

Non capisco.
Non capisco tutto questo accapigliarsi. Sarò tonto, come dice il mister. Però mi fa giocare sempre. Non capisco.
Si menano, questi. Corrono e si affaticano. Sono così piccolini.
Novanta chili per due metri d’altezza, difensore, una roccia dice la mia figurina. Mio figlio me l’ha regalata per il compleanno. Che bono! In foto ho la faccia un po’ stupida, e mia moglie ha riso, ma a me ha fatto piacere. In casa è lei che porta i pantaloni, ma quando vado in ritiro mi riposo un po’. Gli altri sono tristi, sembrano galeotti. Non si esce, in ritiro. Si sta in camera, si mangia poco, si corre molto. Solitamente il mister se ne sta incazzato e sbraita, e quando il presidente ha finito il suo intervento e se ne va, il mister sbraita ancora di più. Con me, però, no. È piccolino anche lui.
Domenica scorsa ho fatto goal. Oddio, messa così sembra chissà che... vincevamo tre a zero e così, per una volta, sono salito su un calcio d’angolo. Praticamente la palla mi ha sbattuto sulla testa e si è insaccata in porta. Bel passaggio!, ho urlato a Roby mentre riprendevo la posizione. È finita cinque a uno, i tifosi hanno fatto festa, ci siamo divertiti.
Fondamentalmente, mi piace il mio lavoro. Mi pagano bene (anche se i soldi li gestisce Ilaria, mia moglie), devo correre per sei giorni e stare fermo in difesa la domenica. Se penso che c’è tanta gente che invece lavora, magari guadagna solo due-tremila euro… come se lo compra il Suv? E se c’ha i figli? Non ci voglio manco pensare.
Sono fortunato. Me ne sto lì, quelli corrono, io allungo una gamba o faccio un saltino, e poi il mediano lancia l’attacco. Ilaria dice che se resisto fino ai trentacinque-entasei mio figlio può andare a studiare in America. Io non ho capito che ci va a fare a studiare in America: c’abbiamo tante scuole noi. Lo vedo sempre in televisione, con le pubblicità e il resto. Vabbè, tanto comanda sempre lei. Vi saluto, che devo farmi la doccia, sapete.

martedì 16 novembre 2010

Chi è veramente Roberto Saviano

Da molto tempo, da sempre, da quando si è cominciato a parlare di lui, molti sono stati contro Roberto Saviano, accusando l'uomo, il suo lucrare sulla malavita, fino ad additarlo come camorrista e perciò conoscitore di molti fatti veri o presunti. I difensori sono stati altrettanto numerosi, e primo tra tutti lui stesso, che riesce abilmente da solo a controbattere.
Ma nella diatriba si scorda qualcosa: i suoi accusatori potrebbero essere paragonati a quelli che mettono in dubbio l'esistenza di Shakespeare, l'esistenza di Leonardo da Vinci, o di altri grandi uomini in base a prove biografiche che in realtà gli storici conoscono già. In questo il filologo, il semiotico, lo storico, e chiunque veda la realtà da un punto di vista scientifico scorge immediatamente l'errore: Shakespeare non è solo un certo William nato a Stratford upon Avon nel 1564, notizia discutibile quanto si vuole; ma è la sigla che indica un uomo, quel grande uomo che scrisse intorno al 1600 Romeo e Giulietta, Otello, Amleto e altri capolavori; in parole povere Shakespeare è prima di tutto le sue opere, vale a dire, l'uomo è quello che fa.
Così quando si critica Saviano accusandolo di essere qualcosa di diverso da quello che fa, si commette lo stesso errore scientifico: egli è quello che fa. Se lui esprime con le sue parole, con i suoi libri, con la sua trasmissione televisivia, l'antimafia, chi critica Saviano può essere solo dalla parte della mafia.

domenica 14 novembre 2010

Michelino - Senza titulo #5

Michelino, piacere. Sì, gioco con la (omissis) già da qualche anno. No no, ne ho ventisei. Mah, guarda, quest’anno non lo so, ma l’anno scorso… ah, segui il calcio? Bene, mi fa piacere. No, è che solitamente non ci si aspetta che una ragazza segua le partite, è una cosa più da… uomini, diciamo. Come? Sessista? Ehm… sì, cioè, mi piace fare… sei una che va subito al sodo, eh?
Ah. No, cioè, le femmine sono uguali, non… ma io non volevo… io non volevo offendere nessuno, giuro. Ascolta, allora, tu per chi tifi? Beh, bella squadra! No, guarda, con quel centrale, non… beh, prendi me, ad esempio. Io faccio bene le due fasi e… mmh? Le due fasi. Praticamente, il calcio è una scienza quasi, è una cosa difficile. Tu hai due momenti, quando giochi, e si chiamano le due fasi: in una prima fase, difendi. Quindi subisci l’attacco degli avversari e devi evitare che quelli mettano la palla in porta. No, non credo che tu… no, non credo tu sia stupida, era per, diciamo, rinfrescare la situazione, che è già calda di per sé, e se devo essere sincero è colpa tua. Sì, è colpa tua: perché sei bellissima e non riesco a toglierti gli occhi di dosso. Come “banale”? Ma io… ok, cambiamo discorso, va bene? Dicevamo delle due fasi. Quando difendi, devi recuperare palla e ripartire. E io questo lo faccio benissimo. Il mister dice che sono uno dei migliori al mondo. Lui esagera, però è vero che me la cavo. L’anno scorso ho avuto uno score di quasi 400 e ho segnato anche otto goal, quindi… no, non sto facendo il galletto, è che… ascolta, adesso basta, tu… no, ASCOLTI TU! Hai rotto il cazzo con questa storia, ok? Io mi sono avvicinato e tu è dall’inizio “non credere che io sia stupida” e “sei un sessista”. Cazzo, ma chi ti credi di essere? Torna su questo pianeta! Parli come mangi! Ho affrontato i migliori campioni d’Europa, ho vinto un Mondiale, e adesso tu guarda se devo sopportare… no no, mi stai a sentire eccome: io l’anno scorso potevo vincere da solo lo Scudetto, se solo non… facciamo così: vai affanculo!
Sbollita la rabbia, Michelino pensò alla Sua Curva, a come gridavano il Suo nome. E a quanta figa meno sofisticata c’era lì da lui. Forza (omissis) e tutti gli altri andassero a quel paese.

http://zazzaradipasquale.blogspot.com

Tour di Presentazioni 2010/2011

Di seguito i prossimi appuntamenti con LAVORO E ALTRE PICCOLE TRAGEDIE


Domenica 21 Novembre 2010 – ore 16:00
FESTIVAL DELLE LETTERATURE DELL’ADRIATICO – VIII EDIZIONE
Presso Museo Vittoria Colonna, P.zza Primo Maggio, 10 – Pescara
Saranno presenti gli autori Marco Di Pasquale e Federico Zazzara


Martedì 23 Novembre 2010 – ore 19:30
LIBRERIA NUOVA SCALDAPENSIERI
Via Don Bosco, 39 – Milano
Sarà presente l’autore Federico Zazzara


Giovedì 25 Novembre 2010 – ore 17:30
FELTRINELLI LIBRI E MUSICA
Corso Zanardelli, 3 – Brescia
Sarà presente l’autore Federico Zazzara


Venerdì 26 Novembre 2010 – ore 18:00
FELTRINELLI LIBRI E MUSICA
Via XX Settembre, 21 – Pavia
Sarà presente l’autore Federico Zazzara


Sabato 4 Dicembre 2010 – ore 17:30
LIBRERIA FELTRINELLI
Corso Umberto I, 56 - Mantova
Sarà presente l’autore Federico Zazzara


Domenica 19 Dicembre 2010 – ore 17:30
LIBRERIA INTERNAZIONALE ROMAGNOSI
Via Romagnosi, 31 - Piacenza
Sarà presente l’autore Federico Zazzara

Sabato 15 Gennaio 2011 – ore 18:00
LIBRERIA MONDOLIBRI
C.so San Gottardo, 41 – Milano
Sarà presente l’autore Federico Zazzara

Sabato 22 Gennaio 2011 – ore 21:00
CIRCOLO ARCI ANOMALIAE
Via Monta Grappa, 169 – Cinisello Balsamo (Mi)
Sarà presente l’autore Federico Zazzara

Sabato 29 Gennaio 2011 – ore 17:30
LIBRERIA MONDOLIBRI
Via delle Contramine, 16 – Pesaro
Sarà presente l’autore Marco Di Pasquale

Sabato 29 Gennaio 2011 – ore 17:30
LIBRERIA PAGINA 18
Via G. Verdi, 18 – Saronno (Va)
Sarà presente l’autore Federico Zazzara

martedì 9 novembre 2010

Il Fabuloso – Senza titulo #4


«Ha i polmoni grossi», dicevano. In un calcio in cui tutto è tecnica, velocità, potenza e intuito, io sono il granellino di sabbia nell’ingranaggio perfettamente oliato dell’offensiva avversaria.
«Ha i polmoni grossi», pensavano. Non calcolavano mica che un argentino sa anche difendere. Non sono mai stato povero, ma ho vissuto tra i poveri. Giocavamo con il mio pallone, sulla spiaggia; ero l’unico che ce l’aveva. Gli altri piroettavano, dribblavano, flic-flac a gogo, biciclette e rovesciate. Ma io arrivavo prima sul colpo di testa, io intervenivo in scivolata, io anticipavo e facevo ripartire.
«Ha i polmoni grossi». Ma ero anche l’unico con le scarpe. E non è cosa da poco. I fenomeni avevano paura di me; col tempo, in Europa, ho imparato a farne un’arma, di questa cosa. Anche oggi i fenomeni hanno paura di me, pure quando indossano le loro scarpette firmate. Ho fatto pubblicità, televisione, ho sei macchine di lusso, la barca, due amanti e tre ville (una è per la moglie). Ma in campo esiste solo una cosa: l’avversario.
«Ha i polmoni grossi», e posso respirare a lungo. Più a lungo di loro. Escono stremati, logori nel fisico e nella testa. Riportano a casa ematomi alle caviglie e brucianti ferite nell’animo. Non sono cattivo, ma «ho i polmoni grossi» e su quel pallone, caro mio, arrivo prima io. Se ti metti di mezzo, ti travolgo. Tu da lì non passi. Non è mai passato nessuno. Capisco che sei il nuovo che avanza; comprendo benissimo ciò che ti passa per la mente: credi di essere il gallo più bello del pollaio. Ma non me ne frega niente; non lo sarai oggi. Non con me. Sono tra i pochissimi al mondo a meritare il Pallone d’Oro e il titolo di Favoloso. Eppure, il giorno dopo la premiazione, ero in campo, a correre, a tenere i polmoni grossi, più grossi dei tuoi. Devi farne di strada, bimbo.

lunedì 1 novembre 2010

Pendolino – Senza titulo #3


Mamma dice che devo stare attento. Sarà…
Il mister dice che non devo montarmi la testa. D’accordo.
Papà ha detto di non spendere tutti i soldi in donne, macchine e alcol. Io non bevo, papi, ed è presto per la patente.
Chiara ha detto che mi lascia. Me ne troverò un’altra.
Il treno Bari-Milano arriva con un puntuale ritardo di un’ora. Dovrebbe esserci un’auto ad aspettarmi. Ho mandato un SMS a due compagni di classe che non ci credono. Un provino! Di quelli seri!
Pendolino, mi ha chiamato l’osservatore. Come quel brasiliano. Io non so neanche chi sia questo brasiliano. Mamma dice che a sedici anni si dovrebbe studiare e prepararsi al futuro, non giocare a pallone. Quando ha visto il contratto non l’ha più detto. Mamma e papà tengono i soldi, ma il procuratore mi allunga qualcosa di straforo. È un brav’uomo, il procuratore. Ha sotto di se tanti ragazzi. Mi ha detto che non mi farà mai prendere la “merda”. Poi è andato in bagno, secondo me pippa, ma è uno bravo.
Pendolino, mi chiamano. Passo tutta la stagione in primavera, girando con il treno tutta l’Italia. Il procuratore mi ha regalato un’iPod e mi posso ascoltare Bersani, che mi piace tanto. Mi sento davvero bene, in treno. Le gambe si rilassano, si chiacchiera, si ascolta musica. E intanto la classifica ci dice bene. La prima squadra sta andando alla grande in Champions, e questa è una figata. Magari un giorno…
Stiamo tornando dalla vittoriosa trasferta di Lecce quando arriva la telefonata. Mi vogliono per un allenamento in prima squadra.
Devo telefonare a mamma. E dire a papà di fare l’abbonamento alla pay-tv.