lunedì 1 novembre 2010

Pendolino – Senza titulo #3


Mamma dice che devo stare attento. Sarà…
Il mister dice che non devo montarmi la testa. D’accordo.
Papà ha detto di non spendere tutti i soldi in donne, macchine e alcol. Io non bevo, papi, ed è presto per la patente.
Chiara ha detto che mi lascia. Me ne troverò un’altra.
Il treno Bari-Milano arriva con un puntuale ritardo di un’ora. Dovrebbe esserci un’auto ad aspettarmi. Ho mandato un SMS a due compagni di classe che non ci credono. Un provino! Di quelli seri!
Pendolino, mi ha chiamato l’osservatore. Come quel brasiliano. Io non so neanche chi sia questo brasiliano. Mamma dice che a sedici anni si dovrebbe studiare e prepararsi al futuro, non giocare a pallone. Quando ha visto il contratto non l’ha più detto. Mamma e papà tengono i soldi, ma il procuratore mi allunga qualcosa di straforo. È un brav’uomo, il procuratore. Ha sotto di se tanti ragazzi. Mi ha detto che non mi farà mai prendere la “merda”. Poi è andato in bagno, secondo me pippa, ma è uno bravo.
Pendolino, mi chiamano. Passo tutta la stagione in primavera, girando con il treno tutta l’Italia. Il procuratore mi ha regalato un’iPod e mi posso ascoltare Bersani, che mi piace tanto. Mi sento davvero bene, in treno. Le gambe si rilassano, si chiacchiera, si ascolta musica. E intanto la classifica ci dice bene. La prima squadra sta andando alla grande in Champions, e questa è una figata. Magari un giorno…
Stiamo tornando dalla vittoriosa trasferta di Lecce quando arriva la telefonata. Mi vogliono per un allenamento in prima squadra.
Devo telefonare a mamma. E dire a papà di fare l’abbonamento alla pay-tv.

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