martedì 23 novembre 2010

TheRock – Senza titulo #6

Non capisco.
Non capisco tutto questo accapigliarsi. Sarò tonto, come dice il mister. Però mi fa giocare sempre. Non capisco.
Si menano, questi. Corrono e si affaticano. Sono così piccolini.
Novanta chili per due metri d’altezza, difensore, una roccia dice la mia figurina. Mio figlio me l’ha regalata per il compleanno. Che bono! In foto ho la faccia un po’ stupida, e mia moglie ha riso, ma a me ha fatto piacere. In casa è lei che porta i pantaloni, ma quando vado in ritiro mi riposo un po’. Gli altri sono tristi, sembrano galeotti. Non si esce, in ritiro. Si sta in camera, si mangia poco, si corre molto. Solitamente il mister se ne sta incazzato e sbraita, e quando il presidente ha finito il suo intervento e se ne va, il mister sbraita ancora di più. Con me, però, no. È piccolino anche lui.
Domenica scorsa ho fatto goal. Oddio, messa così sembra chissà che... vincevamo tre a zero e così, per una volta, sono salito su un calcio d’angolo. Praticamente la palla mi ha sbattuto sulla testa e si è insaccata in porta. Bel passaggio!, ho urlato a Roby mentre riprendevo la posizione. È finita cinque a uno, i tifosi hanno fatto festa, ci siamo divertiti.
Fondamentalmente, mi piace il mio lavoro. Mi pagano bene (anche se i soldi li gestisce Ilaria, mia moglie), devo correre per sei giorni e stare fermo in difesa la domenica. Se penso che c’è tanta gente che invece lavora, magari guadagna solo due-tremila euro… come se lo compra il Suv? E se c’ha i figli? Non ci voglio manco pensare.
Sono fortunato. Me ne sto lì, quelli corrono, io allungo una gamba o faccio un saltino, e poi il mediano lancia l’attacco. Ilaria dice che se resisto fino ai trentacinque-entasei mio figlio può andare a studiare in America. Io non ho capito che ci va a fare a studiare in America: c’abbiamo tante scuole noi. Lo vedo sempre in televisione, con le pubblicità e il resto. Vabbè, tanto comanda sempre lei. Vi saluto, che devo farmi la doccia, sapete.

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