domenica 26 dicembre 2010

Il pop progressive

QUANDO IL PROGRESSIVE NON È ROCK

Con progressive si intende un sottogenere del rock che comprende la produzione musicale di gruppi come King Crimson, Gentle Giant, Genesis, Yes, PFM e Magma, fino a quelli più recenti come Andromeda e Dream Theater.
Per altri gruppi come gli Strawbs il Dizionario del Pop-rock a cura di Gentile e Tonti si esprime così sull’album Strawbs: «suoni ancora virati sul versante acustico, ma già elaborati con un’attitudine epica e lievemente “progressive”»; mentre sull’album Just a collection of antiques and curios: «spostano il sound del gruppo verso ambiti prog-rock e rock-baroque». Prima che si crei un genere per ogni gruppo musicale (per ogni album, per ogni canzone, per ogni strofa), direi che gli Strawbs si inseriscono in una fase sperimentale del rock che se estesa anche alla struttura della canzone singola può portare al progressive, ma è ancora al di qua di quello che sono gli Yes . Così non si può totalmente ascrivere al genere un gruppo come i Moody Blues, che sicuramente progettano concept sinfonici, ma l’essenza della canzone è decisamente di un rock più orecchiabile. C’era chi vedeva in Days of future passed (1967) di questi ultimi il primo passo del progressive; ma ciò che si sente ascoltando l’album è solo la commistione di rock e musica classica, inseriti quasi in un concept, o comunque in un efficace tentativo di riunire le canzoni sotto un filo conduttore, prodotto diverso dal concept, anche se su quella strada. È già onorevole così l’esperienza sperimentale del gruppo, senza dovergli attribuire intenzioni di un genere che probabilmente non gli è mai appartenuto. Stesso discorso si può fare per i Procol Harum. Mentre quando questo metodo di composizione supera il limite ed entra nel progressive, si ha un gruppo come i Curved Air, che non si limitano per esempio a rifare Vivaldi, o a ispirarsi a lui per qualche pezzo (come i Procol Harum avevano fatto con Bach per la famosa A whiter shade of pale), ma elevano a rock la musica classica, e prendono a prestito frasi musicali per inserirle in progetti di album prog, che sono tali nelle micro e nelle macrostrutture, come nel primo album del 1970 Air conditioning. A tal proposito il dizionario di Gentile e Tonti usa anche l’espressione «pop progressivo» , non del tutto sbagliata stavolta, e applicabile anche ad altri gruppi, tra cui spiccano per valore i Barclay James Harvest (capolavori sono album come Once again del ’71 e Octoberon del ’76). Pop, e non rock progressivo, non tanto per le atmosfere più distese e meno veloci, ma perché rispetto a quel che c’è in una canzone come Roundabaout degli Yes, i pezzi mancano degli incastri di strumenti che non permettevano l’esecuzione del pezzo da parte di un unico strumento armonico; quel che c’è è lo studio della struttura, e quindi la fuoriuscita da una classica sequenza di strofe e ritornelli; e anche laddove ciò avviene, i rimandi interni delle parti musicali non permettono una netta divisione. Altri gruppi si inseriscono in questa variante che troverà seguito fino ad oggi: i Renaissance sono dei maestri in questo sottogenere del sottogenere; ma in generale tutti i gruppi della corrente rock progressiva hanno sporadiche intrusioni di pop progressive ogni qualvolta si perde il senso della microstruttura artificiosa, senza abbandonare quello della macrostruttura.

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