martedì 28 dicembre 2010

La scommessa persa – Senza titulo #11

MILANOLa scommessa persa. Ce l’avevano detto. E comunque anche chi scrive resta stupido e stupito; con quegli altri in curva (e non me ne vogliano!), viviamo l’incanto dei ragazzini di fronte ad un trucco magico, sempre nuovo. Jerry danza, si lascia trascinare dall’istinto, non c’è prova che lo spaventi. Fino a pochi mesi fa si trattava solo di una scommessa, rilanciata ad ogni piccolo spazio che il mister decideva di lasciargli. Timide, come scommesse, perse praticamente sempre in partenza. Cos’è successo nell’arco di un’estate? Jerry turbina, mosso dal vento, sulla fascia o al centro non importa; e il vento è imprevedibile, non c’è modo di fermarlo: se decide di soffiare, lo fa.
Non siamo certo qui a celebrare un campione. Lasciamo ad altri le valutazioni, i voti scambiati sottobanco, i premi (non è sulla lista per il Pallone d’Oro. E allora?). Jerry va visto, non premiato. Di Jerry bisogna goderne, ogni domenica, direttamente sul campo. E non c’inganni il fisico gracile, l’equilibrio apparentemente precario, perché egli rappresenta la felicità: labile, fugace, imprendibile. La felicità di migliaia di giovani imbambolati: cosa sta facendo? Dove andrà? Può davvero la (omissis) puntare in alto (Campionato? Champions?)? La verità è che non importa.
Di Jerry non ne appaiono molti, forse un paio per ogni generazione di calciatori. Continuiamo a seguire il vento, come i ragazzini che giocano per strada, senza chiederci dove va, né perché.

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