lunedì 18 ottobre 2010

La solitudine dei numeri uni – Senza titulo #1


Si apre oggi una serie di raccontini che tratteranno i ruoli di vari calciatori. Questo sarà l’appuntamento del lunedì. Non ho un titolo per questa serie, quindi datemi una mano. Fate la vostra proposta e la migliore diventerà il titolo di ciò che, per ora, chiamerò Senza Titulo.

Che spettacolo!
Da qui li vedi: tutti e tutto. Si agitano, corrono, sudano. Hanno il diritto di sbagliare, loro. Un centrocampista perde palla, un difensore cicca un intervento… e sta a te risolvere i guai. Per non parlare delle punte! Ne mettessero dentro una!
Sì, eri quello con i piedi storti, è vero, ma non è invidia, la tua. Hai gli occhi puntati addosso nei momenti critici, e poi tutti si dimenticano di te. Puoi inanellare una decina di partite perfette e poi, alla prima che ti sfugge, tutti a darti addosso. Ma l’hanno mai preso in mano, gli altri, uno di questi nuovi palloni? Hanno visto come si carica d’effetto quando tira quel maledetto n.7? Tu sei lì, pronto, e quella stronza si gira all’ultimo secondo, lasciandoti solo la vibrazione dell’umiliazione. Tutti ti guardano, sei tu il colpevole. Ma chi si ricorda che l’unica Coppa di Lega è in bacheca grazie a quel rigore che hai rispedito al mittente? Rammentano quel cucchiaio che hai tolto dall’incrocio oppure no?
E dire che dovevi diventare professore. Per 10 anni studio, allenamento; allenamento, studio. Neanche il tempo di trovare una ragazza. Poi è arrivata l’offerta, un’offerta vantaggiosa, certo. Ma ora…
Che palle starsene soli!
Elena dev’essere tra il pubblico. Ti starà guardando. Sarà meglio mostrarsi concentrati. Avresti voglia di stare con lei, al posto che lì al freddo. Clap-clap! Bello l’intervento del difensore, bravo. Solo che così sono quasi venti minuti che non tocchi palla. Cosa dirà lo sponsor? E poi c’è quella ragazzina di Modena che
Oh cazzo… attento! Arrivano!

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